La
normativa italiana (D.Lgs. 81/2008) impone, per garantire un livello di
sicurezza univoco e commisurato al rischio, di “applicare un’altezza minima di 1,10 m”
non solo per i parapetti posti a protezione di impianti e macchinari ma “in
linea generale per i nuovi parapetti utilizzati nel settore industriale e
artigianale”.
Le regole per la costruzione di parapetti fissi posti a protezione di impianti
e macchinari indicate di seguito sono tratte principalmente dalla norma EN ISO
14122-3. Se tuttavia le esigenze dell’azienda impediscono di seguirle alla
lettera, i parapetti devono essere progettati e costruiti in base ad una
apposita valutazione del rischio. In particolare, la valutazione del rischio va
effettuata nei casi in cui le caratteristiche del posto di lavoro comportino
rischi ulteriori, ad esempio quando per lavorare occorra sporgersi dal
parapetto o accovacciarsi vicino ad esso. Inoltre, occorre sempre tenere in
considerazioni le disposizioni dei vari ordinamenti nazionali, qualora
maggiormente restrittive.
Secondo la EN 14122-3, il parapetto deve avere un’altezza minima di 1,10 m e il
corrimano deve avere un diametro compreso fra 25 e 50 mm. Inoltre, fra un
qualsiasi punto del corrimano ed eventuali barriere o ostacoli deve esserci uno
spazio libero di 100 mm e le estremità del corrimano non devono presentare
spigoli vivi (onde evitare il pericolo di tagli) o bordi in cui possano
rimanere impigliati i vestiti.
Altre indicazioni:
I bordi di arresto al piede servono ad impedire che qualcuno scivoli sotto al
parapetto e al contempo ad evitare la possibile caduta di oggetti dalla
superficie di calpestio, in quanto potrebbero ferite delle persone: si prevede
che debbano avere un’altezza minima di 100 mm. Se poi esiste uno spazio vuoto
fra il bordo di arresto al piede e la superficie di calpestio, esso non deve
superare i 10 mm.
Inoltre se il corrimano è interrotto da uno spazio vuoto, questo deve avere una
larghezza compresa fra 75 mm e 120 mm e gli eventuali punti di passaggio con
pericolo di caduta “devono essere sbarrati da un cancello ad auto-chiusura
dotato di corrimano e corrente intermedio ad altezza pari a quelli del
parapetto”.
La normativa UNI EN
ISO 14122-3 prevede anche che i parapetti debbano essere
resistenti agli agenti nocivi provenienti dall’ambiente esterno (atmosfera
corrosiva, umidità, freddo, ecc.). La robustezza dei parapetti deve essere
misurata in base agli agenti esterni che si manifestano durante l’utilizzo
previsto. Occorre prestare particolare attenzione alla robustezza degli
elementi di fissaggio dei montanti: la normativa prescrive le forze risultanti
da carico puntuale a cui devono resistere i vari elementi del parapetto.
PARAPETTO AUTOPORTANTE KEEGUARD